Stamperia ufficiale del Vaticano.
Costituita ufficialmente nel 1991, le sue origini sono da ricercarsi nelle
tipografie storiche attive a Roma sin dal XVI sec. A partire dalla fine del XV
sec. e per tutto il XVI sec., infatti, la Santa Sede si servì di
stamperie di fiducia per la pubblicazione dei propri documenti e opere; tra i
nomi illustri figura quello di P. Manuzio, al quale nel 1561 Pio IV
affidò la fondazione e la gestione di una tipografia ufficiale che nel
1563 confluì in una tipografia nominalmente in possesso del popolo romano
e battezzata
Tipografia del Popolo Romano. Tra le sue pubblicazioni
più prestigiose figurano i
Canones et decreta Concilii Tridentini
(1563) e la versione del
Catechismus redatta dal Concilio di Trento
(1566). Ad essa si affiancò la
Stamperia Vaticana, voluta da Sisto
V nel 1587 e ospitata all'interno degli stessi palazzi vaticani. Diretta da D.
Basa, la stamperia si avvalse del contributo di Manuzio come revisore e
dell'apporto tecnico della tipografia di R. Granjon a Parigi. Produsse
pubblicazioni preziose; su tutte, la versione della Bibbia edita secondo i
principi interpretativi del Concilio di Trento. Nel 1610 la Stamperia Vaticana
si fuse con la Tipografia Camerale, sorta nel 1589 per opera del tipografo P.
Blado che ottenne da Sisto V i privilegi di stampatore della Camera Apostolica;
nel 1909 si unì a sua volta con la Tipografia Poliglotta
(V.) dando vita alla
Tipografia Poliglotta
Vaticana che mantenne tale nome fino al 1991. Oggi la
T.V., gestita e
amministrata dai Salesiani, attende alla pubblicazione di tutti i documenti
ufficiali della Santa Sede e degli atti che riguardano il pontefice, ma
comprende anche sezioni dedicate alla stampa e alla pubblicazione di opere di
privati, tra cui quella che si occupa della pubblicazione
dell'“Osservatore romano”, quotidiano ufficiale del Vaticano.